NUOVO MEZZO PER IL CVA

“Fiocco rosa” al C.V.A. di Angera. Al parco macchine in uso dell’Associazione si aggiunge la Dacia Duster AN117.

Acquistata anche con il contributo di un privato, il mezzo sarà utilizzato per rappresentanza, per servizi particolari e, alla bisogna, per trasporto di cittadini che necessitano di accompagnamento di carattere sanitario.

Alla nuova arrivata non resta che augurare: buon viaggio!

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Anche Brico Europa di Ispra tende l mano al CVA

Anche Brico Europa di Ispra tende una mano al C.V.A. donando dispositivi individuali di protezione.

Centinaia di mascherina e visiere ad uso degli operatori che giorno e notte si prodigano con coraggio ed abnegazione per il trasporto dei pazienti positivi e a rischio Covid. È straordinario come il contesto attuale, in ambito di pericolo per la salute di ogni singolo cittadino, consapevolizzi alcuni esercenti a donare per il bene della comunità. Un esempio da emulare.

Con grande emozione, l’Associazione C.V.A. dice: grazie, grazie di cuore.

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Whirlpool tende una mano al Corpo Volontari Ambulanza di Angera

Recentemente l’Azienda ha voluto collaborare ai bisogni impellenti dell’Associazione, con la fornitura di materiale indispensabile alla gestione dei trasporti dei pazienti mediante mezzi di soccorso (circa 30 al giorno). Sono pervenuti schermi protettivi, visiere e mascherine; dispositivi individuali di sicurezza che devono, obbligatoriamente, essere indossati dagli operatori degli equipaggi per garantire la sicurezza da eventuale contaminazione. L’Azienda, da molto tempo vicina al C.V.A., si è impegnata a proseguire la propria solidale collaborazione con cadenza pressoché regolare.

Un grazie di cuore per la generosità e l’altruismo dimostrati

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COME FUNZIONA UNA MISSIONE DI SOCCORSO

In questo periodo in cui spesso leggiamo sui social attacchi verso medici, infermieri e operatori sanitari (tra cui anche noi) ci sembra doveroso spiegare come funziona realmente il sistema di emergenza “lato ambulanza” da quando prendiamo in carico la chiamata a quando rientriamo in sede.

La richiesta di soccorso viene inoltrata dalla SOREU dei Laghi (Sala Operativa Regionale Emergenza Urgenza dei Laghi che gestisce il soccorso sanitario delle provincie di Varese, Como e Lecco) tramite un sistema computerizzato chiamato EmmaWeb (acronimo di Emergency Management Web). Da quando il PC inizia a suonare l’equipaggio ha 30 secondi per accettare la missione (in caso contrario scatta un allarme in SOREU per le opportune verifiche del perché non si è risposto alla chiamata) e nei successivi 2 minuti l’ambulanza deve partire dando l’apposito cambio di stato attraverso un tablet/radio posizionato a bordo del veicolo. Se sullo schermo del PC è comparsa un’icona particolare (e in questo periodo accade molto spesso per non dire sempre) occorre procedere alla vestizione completa.

La procedura di vestizione consiste nel sanificare le mani, indossare la tuta, indossare più strati di guanti , i calzari, chiudere la tuta con nastro adesivo, indossare la mascherina FFP2 e gli occhiali o la visiera protettiva. Il tutto mentre il veicolo è in movimento verso la destinazione. Il tutto sempre secondo procedure scritte da AREU.

L’utilizzo di lampeggianti e sirene è regolamentato dall’articolo 177 del codice della strada e dal codice di invio della SOREU (solo codice giallo o codice rosso). La sirena bitonale inoltre emette un suono con precise caratteristiche e con una precisa pressione acustica regolamentate dal Decreto Ministeriale 17 ottobre 1980.

Arrivati sul luogo dell’evento viene comunicato lo stato “sul posto” tramite la radio/tablet, l’equipaggio (che nel frattempo ha concluso la procedura di vestizione) raggiunge il paziente e tramite una apposita applicazione presente nel cellulare di servizio chiamata INPRIMIS si indica alla centrale che il paziente è preso in carico dai soccorritori.

Effettua una valutazione del paziente secondo uno schema ben definito, i dati rilevati vengono scritti sempre nell’app per inviarli alla SOREU. Finita la valutazione e contattata la centrale per aggiungere ulteriori particolari rilevanti dell’evento e ricevere istruzioni è ora possibile procedere allo spostamento del paziente verso l’ambulanza per raggiungere l’ospedale assegnato dalla centrale.

Caricato il paziente, tramite la radio/tablet viene dato lo stato “diretto in ospedale”. Anche in questo caso l’uso della sirena è dettato dal codice di gravità deciso esclusivamente dalla centrale operativa.

Arrivati in ospedale (stato “in ospedale” sulla radio/tablet) il paziente viene affidato al personale medico di PS. A questo punto partono due ulteriori procedure: quella di svestizione dell’equipaggio dai presidi di protezione contaminati (dove bisona prestare la massima attenzione per non contaminarsi nel rimuovere quanto si indossa) e la procedura di pulizia dell’ambulanza. Quest’ultima operazione viene eseguita dall’equipaggio dell’ambulanza utilizzando soluzione alcoolica almeno al 75% o in alternativa con cloro al 3% su tutte le superfici del mezzo e su tutti i presidi utilizzati. Lo stato radio/tablet diventa “liberi in ospedale”

Finita la sanificazione del vano sanitario sul tablet viene dato lo stato di “rientro in sede” e l’ambulanza può così partire per ritornare in sede (senza lampeggianti e sirene accese) già operativa per un nuovo intervento.

Arrivati in sede (stato libero in sede) l’equipaggio conclude la missione ripristinando il materiale utilizzato durante la missione e compilando tutta la modulistica cartacea o elettronica richiesta dalle procedure AREU. Durante tutta la missione, ogni stato del veicolo è stato registrato dalla SOREU con l’orario per permettere il completo tracciamento della missione.

Non esistono quindi sirene con volume regolabile, ambulanze che vagano vuote con lampeggianti e sirena per creare panico, ambulanze vuote in fila al pronto soccorso in attesa di sanificazione, centri di sanificazione o altro. Esistono solo persone che stanno combattendo assieme a tutto il personale sanitario una battaglia contro un virus che è reale e che ci porta a vedere e toccare con mano tutti i giorni questa triste realtà che spesso si fatica a voler accettare.

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